L’acqua piace un po’ a tutti i popoli. Sia quella da bere che quella che si muove…
In indoeuropeo il concetto di “acqua” era rappresentato infatti da due diverse radici.
- La sostanza che si può bere, quella che se ne sta nelle brocche o nei contenitori, era indicata mediante la radice *akw- (da cui il latino “aqua” e, successivamente, i vari “agua”, “eau” o “acqua” neolatini).
- L’acqua in quanto cosa viva, che scorre, dinamica, era definita invece mediante la radice *wed- (da cui il latino “onda“).
Se però il latino ha conservato due termini diversi per sottolineare la contrapposizione tra statico e dinamico, in altre lingue indoeuropee ha predominato il solo termine che esprimeva dinamismo e vitalità: da *wed- derivano le due parole greche hydor (rimasto come prefisso indicante per l’appunto l’acqua: idrico, idratazione, idrante…) e hydra (il famoso mostro marino), il sanscrito udor, “mettere in ammollo” e le parole inglesi water, “acqua”, wet, “bagnato” e winter “stagione della pioggia”.
Ma da *wed- deriva anche il gaelico uisce, che si pronuncia [iSgui] e viene utilizzato nell’espressione “uisce beatha“, calco dal latino “aqua vitae” (ovvero, letteralmente, “acqua della vita”: da cui anche in italiano il sostantivo “acquavite“) per indicare un distillato. L’utilizzo del solo uisce è alla base della trascrizione fonetica (in grafia inglese) “whisky“.
In russo *wed- ha dato origine a voda, il cui diminutivo è vodka, utilizzato anch’esso per indicare un distillato: “acquetta”.
Direi che anche in questi due ultimi casi è stato conservato il senso di dinamismo dell’acqua… :)
! Flo ! .·•.°
9 febbraio 2009
..secondo questo articolo la parola wedding significherebbe che stai affogando in un mare di guai?
Samuel Zarbock
10 febbraio 2009
:D
Fantastiquo!
E che dire allora di Wednesday? Deriva palesemente da wed-ness-day, ovvero “il giorno in cui Nessie (il mostro di Loch Ness) fece l’onda”!